Kabul – I Talebani, al potere in Afghanistan dal 2021, hanno annunciato un nuovo divieto che riguarda il mondo dello sport e del tempo libero: il gioco degli scacchi è stato ufficialmente proibito. Secondo un portavoce del regime, il motivo del divieto è che gli scacchi sarebbero un "gioco d’azzardo", ritenuto incompatibile con la legge islamica (la sharia).
In una dichiarazione pubblica, le autorità talebane hanno affermato che questo antico gioco “distrugge il tempo, promuove comportamenti non religiosi e incoraggia la scommessa, elementi contrari ai valori islamici”. Questa posizione non è nuova: già durante il loro primo regime negli anni '90, i Talebani avevano vietato gli scacchi insieme ad altri passatempi culturali considerati non conformi alla loro interpretazione dell'Islam.
La notizia ha provocato reazioni internazionali, in particolare tra gli appassionati di scacchi e le organizzazioni per i diritti umani, che vedono in questa misura l'ennesima restrizione alla libertà personale e alla cultura imposta dal regime. Gli scacchi, infatti, sono riconosciuti a livello mondiale come un’attività che promuove il pensiero logico, la strategia e la concentrazione, ben lontana dall’essere una forma di gioco d’azzardo.
Il divieto è un’ulteriore conferma della direzione repressiva del governo talebano, che ha già imposto limiti severi alla libertà delle donne, all’istruzione, e all’intrattenimento pubblico.
Per ora, le federazioni internazionali di scacchi non hanno rilasciato dichiarazioni ufficiali, ma molti giocatori afghani temono che il divieto possa compromettere lo sviluppo del talento locale e isolare ulteriormente il paese dalla comunità sportiva globale.