Nella testa di tutti gli italiani è impressa l'immagine della casetta del film “Il Postino” affacciata sul mare di Salina. Purtroppo nel corso degli anni si sono diffuse voci sull'irregolarità dell'immobile: i presunti abusi edilizi hanno stupito tutti. Da ricordare, però, è che la casa nasce come struttura temporanea, nata appositamente per le riprese del film di Massimo Troisi. Nel tempo, l'angolo di paradiso che ha fatto da sfondo a una delle pellicole più amate del cinema italiano, è diventata simbolo di cultura e poesia.
Nonostante le accuse sempre crescenti di abusivismo, il proprietario, Giuseppe Cafarella, non si è mai arreso. L'uomo ha contestato per molto tempo e finalmente, dopo anni, la grande notizia: la casa non è abusiva. Ciò ha rincuorato tutti, sia grandi che piccini, ma soprattutto il proprietario che la considera “patrimonio prezioso da proteggere e conservare”. Salina e i suoi paesaggi mozzafiato continuano ad essere un patrimonio inestimabile, un'ispirazione per artisti e un richiamo per i turisti, ben oltre la finzione cinematografica.
La storia della “Casa del Postino” insegna quanto sia importante verificare le informazioni e non lasciarsi trasportare da voci infondate, soprattutto quando si tratta di luoghi iconici che fanno parte della memoria collettiva. La verità è che quella casa, simbolo di un cinema poetico e di un'isola incantevole, non ha mai avuto nulla di abusivo, solo la temporanea e meravigliosa missione di regalare emozioni indimenticabili.