Spesso gli anni ’80 vengono ricordati come un’epoca di grande splendore e di totale edonismo, ma quali sono i motivi? Il signor Sergio Costa, classe 1965, professore universitario laureato nella facoltà di sociologia, ha gentilmente concesso un’intervista nella quale è riuscito a farci comprendere il clima che si respirava in quegli anni e le rispettive motivazioni messo in relazione con il mondo attuale attraverso le sue memorie e i suoi pensieri.
- Qual è la “causa” dell’estrema spensieratezza che regnava in quegli anni?
“La prima cosa da tenere in considerazione è il contesto in cui ci si trova, ogni epoca è contrapposta alla precedente. Se pensiamo che l’Italia aveva superato due guerre e i cosiddetti ‘anni di piombopiombo’, viene naturale pensare che il Paese aveva bisogno di un’ondata di positività e ottimismo, seppur si trattasse di un’illusione.”
- Come mai la definisce illusione?
“Purtroppo la realtà dei fatti era un’altraun’altra: non erano le notizie positive ad essere maggiori rispetto a quelle negative, semplicemente la loro cassa di risonanza era nettamente più forte. Basti pensare al caso di Emanuela Orlandi, avvenuto nel 1983. All’epoca venne vissuto come se non fosse successo davvero, ma in 2 settimane non se ne parlava già più, come se il caso fosse stato risoltorisolto. Dopo 40 anni e passa siamo ancora qui a chiederci dove sia finita. Questo è solo uno dei tanti esempi.”
- Secondo lei, quindi, c’era un bisogno di affrontare la realtà convincendosi che fosse positiva anche dovendo mentire a se stessi?
“Per certi versi sìsì. L’euforia generale andava ad alterare completamente la realtà. Si pensava che il mondo sarebbe andato avanti sempre in megliomeglio. Se ai tempi ci avessero detto come vanno le cose oggi forse non ci avremmo creduto, per noi il futuro poteva essere solo un qualcosa di colorato e positivo.”
- Mentre oggi cos’è cambiato da allora?
“Oggi ci ritroviamo nella condizione opposta: ci stiamo rendendo conto dei gravi errori commessi dall’essere umano, proprio da noi che abbiamo vissuto negli anni ‘80. A causa di questi, le nuove generazioni ne stanno pagando le conseguenze, ma la mentalità con la quale si affronta la vita è sempre più pessimista. Un ragazzino degli anni ‘80 vedeva davanti a sé un futuro ricco di risorse e possibilità, oggi invece a regnare sono le paure e le incertezze. È terribile da dire, ma purtroppo essere nati in quest’epoca è una vera e propria sfortuna.”
- Cosa direbbe ai giovani di oggi che devono fare i conti con il mondo che si ritrovano?
“Di non farsi mai incanalare in strade sbagliate da persone esterne: bisogna sbagliare per proprie scelte; non c’è cosa peggiore che finire nei guai per mezzo di altri. Gli errori insegnano, ma non c’è bisogno di terze persone per farli. Infine, vorrei dirgli di mettercela tutta affinché la prossima generazione possa incontrare un mondo migliore di quello attuale. È difficile, ma fattibile solo se si combatte tutti insieme. Bisogna lottare in gruppo per un motivo comune, questa è l’unica soluzione.”