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Stop al femminicidio

28-11-2024 10:02

Nicole Buonocore

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Stop al femminicidio

A cura di Nicole BuonocoreAd un anno dalla scomparsa di Giulia Cecchettin, la ragazza ventiduenne uccisa per mano dell’ex fidanzato Filippo Turetta (m

di Nicole Buonocore

Ad un anno dalla scomparsa di Giulia Cecchettin, la ragazza ventiduenne uccisa per mano dell’ex fidanzato Filippo Turetta (morta dissanguata a causa di 75 coltellate inflittele con violenza su diverse parti del corpo), continua a dilagare nella nostra società il fenomeno del femminicidio. La cronaca nera registra continui casi di violenza sulle donne che colpiscono diverse fasce d’età, tutti i ceti sociali da nord a sud. In molte circostanze, l’uomo sembra non accettare le decisioni della donna, sempre più autonoma e indipendente, e per questo viene definita come “colpevole” della pena che le viene inflitta. Questo tema della forza dell’uomo esercitata in maniera del tutto negativa sulla donna, ma anche il concetto che “lei” è causa di ciò che di negativo si abbatte nella vita dell’uomo, ci riporta indietro nella storia di secoli. E così ad esempio, facendo un breve excursus partendo dalle origini, Eva è causa del peccato originale. Esiodo narra di Pandora che non tenendo a freno la sua curiosità aprì il vaso facendo uscire tutti i mali che si avventarono furiosi sul mondo. Infine nel racconto epico di Omero, la bellissima Elena, rapita da Paride e condotta a Troia, è considerata la causa della lunga e sanguinosa guerra di Troia. Da ciò si percepisce il pensiero antico che attribuiva mali e sventure all’essere femminile e a tutto ciò che appartiene alla sua essenza.

Questa concezione oggi, almeno in parte, sembra offuscata dall’ostentazione di una generazione che si fonda sul concetto di parità di genere a 360°. Tuttavia, si vede sempre più l’uomo mostrare la sua forza tramite la violenza, cercare in ogni modo di affermare la sua supremazia ma che, in fondo, è sempre più debole e vulnerabile.  Il problema, probabilmente, risiede nell’educazione che viene impartita nelle nostre famiglie ai giovanissimi: crescono sempre più fragili, viziati ed abituati ad avere tutto e subito da piccoli, senza mai incontrare difficoltà. Così si cresce senza essere pronti ad affrontare ostacoli e complicazioni nei rapporti e non si ha la capacità di superare le problematiche che la vita pone inesorabilmente nel nostro cammino. A ciò deve aggiungersi la necessità di educare a casa, a scuola ed in ogni forma di associazione, al rispetto dell’altro ed in particolare della donna. D’altro canto, le donne devono fare attenzione ai ‘campanelli d’allarme’: minacce, maltrattamenti e atteggiamenti violenti fisici e psicologici, denunciando ciò che succede. Infine, un contributo essenziale deve arrivare dalla legge che dovrebbe tutelare maggiormente le donne in pericolo prima, e le vittime poi, impedendo che episodi di violenza possano culminare nel femminicidio e comunque punendo adeguatamente gli aggressori.

LICEO STATALE FRANCESCO DE SANCTIS

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