Il 16 aprile 2025 è morta insieme a dieci dei suoi familiari la fotoreporter e giornalista venticinquenne Fatima Hassouneh uccisa da un attacco aereo israeliano che ha colpito il quartiere di Tuffah, a est della città di Gaza, centrando la sua abitazione. La giornalista palestinese raccontava da tempo ciò che stava succedendo a Gaza. A riportare la notizia è stata l’agenzia palestinese Wafa sottolineando l’ennesimo decesso di persone civili. Infatti, secondo il Centro per la Protezione dei Giornalisti Palestinesi (PJPC), la morte di Hassouneh porta a 212 il numero di giornalisti uccisi a Gaza dal 7 ottobre 2023: “Una cifra senza precedenti nella storia moderna dei conflitti, i giornalisti sono civili. Attaccarli è un crimine di guerra”.
Il centro ha chiesto un’indagine indipendente e protezione immediata per chi continua a raccontare la guerra sul campo. Nella stessa giornata il Ministero della Sanità palestinese ha contato 25 morti e almeno 89 feriti, mentre gli ospedali combattono per soccorrere i superstiti. Dall’inizio del conflitto, i morti sarebbero oltre 51.000 e i feriti più di 116.000. Fatima non era una combattente, ma una testimone. Le sue uniche armi erano le immagini e le parole che molto spesso possono essere più potenti di qualunque altra arma.
Finché i fuochi non cesseranno quanti altri civili dovremo ancora vedere morire?
Chi può, agisca. Chi crede, preghi. Chi scrive, racconti. Ma nessuno resti in silenzio.