La recente sentenza che ha condannato Filippo Turetta all’ergastolo per il femminicidio di Giulia Cecchettin ha sollevato un’ondata di disappunto nell’opinione pubblica. In particolare, sta facendo discutere la decisione dei giudici di non riconoscere l’aggravante della crudeltà, nonostante i 75 colpi inferti alla vittima.
Secondo le motivazioni della sentenza, le numerose coltellate sarebbero “segno di inesperienza”, piuttosto che manifestazione di un’intenzionalità crudele. Una tesi che molti trovano difficile da accettare, considerando la brutalità dell’atto e la sofferenza inflitta.
Sui social e nei media, il dibattito è acceso. C’è chi denuncia l’ennesima sottovalutazione della violenza di genere da parte delle istituzioni e chi chiede riforme urgenti affinché la giustizia riesca a riconoscere la reale portata di crimini così