Nel corso di un evento istituzionale dedicato alla lotta contro la violenza di genere, Gino Cecchettin, padre di Giulia Cecchettin, vittima di un tragico femminicidio che ha profondamente scosso l’Italia, ha sentito il bisogno di fare un appello al mondo della musica. Il suo messaggio è chiaro: “Evitare stereotipi e di romanticizzare la violenza”. Nel suo intervento, Cecchettin ha sottolineato quanto sia importante che i cantanti, in particolare quelli più seguiti dai giovani, assumano una responsabilità sociale nei contenuti che diffondono.
“Le parole hanno un peso, e la musica ha un potere straordinario: può influenzare le emozioni, i pensieri e i comportamenti”, ha dichiarato. Il padre di Giulia ha notato che, purtroppo, alcuni testi vengono scritti inconsapevolmente trasmettendo ai giovani messaggi sbagliati: relazioni possessive che vengono presentate come passione, gelosia giusitficata come colpa d’amore, aggressività che si colora per cuore spezzato.
“Smettiamo di chiamare amore ciò che non è amore. La violenza e la brutalità non devono mai essere giustificate o colorate”, ha aggiunto. La presenza del nastro rosso sulla giacca di Cecchettin, simbolo della lotta contro la violenza sulle donne, ha rafforzato ulteriormente il significato del suo discorso. La sua testimonianza personale, resa con grande dignità e forza, continua a toccare le coscienze e a generare un importante dibattito culturale nel Paese.