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Federico Moccia al “De Sanctis”: le parole che parlano al cuore dei giovani

07-05-2025 00:00

Carmen Torre

Libri e dintorni, Federico Moccia, amore, libri,

Federico Moccia al “De Sanctis”: le parole che parlano al cuore dei giovani

Il Liceo De Sanctis di Salerno ha ospitato Federico Moccia in un incontro emozionante sulle parole, l'amore e la gentilezza, lasciando un segno nei giovani.

di Giordano Rebecca, Memoli Maria Antonietta e Torre Carmen Emily 

 

La biblioteca del Liceo “Francesco De Sanctis” di Salerno si è trasformata martedì 6 maggio alle ore 10 in un vibrante palcoscenico di emozioni e riflessioni! Qui si è tenuto un incontro con Federico Moccia, scrittore, sceneggiatore e regista italiano noto principalmente per i suoi romanzi ‘young adult’ incentrati sulle dinamiche sentimentali adolescenziali. La sua penna è infatti spesso caratterizzata da amori intensi e passionali. 

L'autore

Raggiunse la popolarità con "Tre metri sopra il cielo" e "Ho voglia di te", diventando un punto di riferimento per molti giovani lettori. Nei suoi incontri e nelle sue opere, Moccia esplora spesso le emozioni, le sfide e le complessità del mondo giovanile. Come ha sottolineato la dirigente Cinzia Lucia Guida, egli è un adulto con la rara capacità di sintonizzarsi con l'anima dei giovani. 

Il caffè letterario

L'evento, intitolato "La forza delle parole nel cinema" e realizzato in collaborazione con il Festival “Porto di Parole”, ha lasciato un segno profondo negli studenti, desiderosi di scrutare nel complesso universo dei sentimenti attraverso le parole di un autore che ha saputo raccontarli con autenticità.

Dopo l'introduzione che ha acceso la curiosità nell'aria, Don Roberto Faccenda ha rotto il ghiaccio con una domanda diretta e inaspettata: che tipo di studente era Federico Moccia? 

La risposta dello scrittore ha sorpreso molti: un liceale classico, appassionato lettore, che ha serbato un ricordo vivido e prezioso del rapporto con quei professori capaci di "segnarti, formarti, aiutarti ad aprire la mente e a ragionare in maniera diversa". Parole che hanno risuonato tra i banchi, facendo riflettere sull'importanza di quelle figure guida che, come Moccia ha saggiamente ricordato, vedono nel successo dei propri studenti la loro "medaglia al petto".

La conversazione ha poi virato su un tema più intimo e complesso, quando Don Roberto ha citato l'antica ‘saggezza delle tre porte’ che una parola dovrebbe attraversare prima di essere pronunciata: verità, necessità e gentilezza. 

Che valore ha in questo mondo la gentilezza? Quante volte ha accompagnato il tuo scrivere, i tuoi personaggi, la tua storia?"

La risposta di Moccia ha toccato le corde più profonde dell'animo degli studenti. Ha raccontato di un'illuminazione, di come la vita gli avesse fatto un "premio, un dono" che andava rispettato: il dono della parola. Un aneddoto universitario di un insulto ricevuto e gestito con inaspettata gentilezza ha poi mostrato concretamente il "peso delle parole" e la forza di una risposta pacata ma ferma. Un insegnamento prezioso per una generazione spesso immersa in dinamiche comunicative più impulsive.

Poi, il microfono è passato ai veri protagonisti della mattinata: i ragazzi dell’istituto. Le loro domande, spontanee e acute, hanno toccato temi centrali del loro vissuto emotivo. 

Com'è cambiato il modo di vivere l'amore tra i giovani dai tempi del suo libro 'Tre metri sopra al cielo' ad oggi? La risposta di Moccia non si è fatta attendere, lucida e disincantata: "È cambiato inevitabilmente a causa dei telefonini, dei social". Parole che hanno fatto annuire molti, consapevoli di una realtà in cui l'incontro fisico e il dialogo diretto spesso cedono il passo a "like" virtuali e messaggi fugaci. Moccia ha poi evocato un'epoca in cui l'amore richiedeva coraggio, quello di "incontrare la ragazza che ti interessava, dialogarci dal vivo", un'abilità che sembra affievolirsi di fronte alla facilità di un contatto online.

Tuttavia il suo sguardo è diventato più serio e appassionato quando il discorso ha toccato la fine delle relazioni e, inevitabilmente, il tema della violenza di genere. "Oggi, quando una storia finisce, è fondamentale accettarlo, interrogandosi sulle ragioni. Ragazzi, imparate ad accettare un rifiuto o la fine di una relazione: anche questo è parte della bellezza dell'amore, che consiste nel rendere felice l'altro, valorizzandolo senza limitarlo, né tantomeno ricorrendo a violenza o costrizione". 

 

Parole forti, che hanno scosso le coscienze. Con un tono quasi di rimprovero, Moccia ha ricordato un tempo in cui "a noi non ci veniva in mente di alzare le mani ad una donna", una capacità di sopportare il dolore che, paradossalmente, "ci migliora, ci conferisce qualità". Un invito a recuperare un rispetto e una sensibilità che sembrano smarriti in una società che spesso fatica ad accettare la fragilità e la fine di un sentimento senza ricorrere alla violenza.

L'ultima domanda, carica di aspettativa dopo un dibattito così intenso, ha cercato di condensare l'essenza del suo pensiero sull'amore: "Se potesse descrivere l'amore con una sola parola quale sarebbe?". La risposta dello scrittore, apparentemente semplice, ha racchiuso una profonda verità: "L'amore è amore: può essere tutto o può essere niente". Una definizione spiazzante, che ha lasciato spazio alla libera interpretazione di ogni studente, invitandoli a confrontarsi con la natura sfuggente e multiforme di un sentimento tanto potente quanto enigmatico.

L'incontro si è concluso con un caloroso applauso, un selfie collettivo che ha immortalato un momento di autentico scambio e la promessa di futuri appuntamenti. 

L'insegnamento dell'autore

Le parole di Federico Moccia hanno lasciato nel Liceo “De Sanctis” non solo la testimonianza di un incontro speciale, ma soprattutto spunti di riflessione preziosi! Dall'importanza dei sentimenti, alla forza delle parole e fino alla necessità di riscoprire un amore autentico, libero dalla violenza e capace di accettare anche la sua fine come parte integrante della crescita emotiva. Un seme importante è stato piantato nelle menti di questi giovani, nella speranza che possa germogliare una nuova consapevolezza sull'amore e sul rispetto reciproco.

LICEO STATALE FRANCESCO DE SANCTIS

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