A Gaza, oggi, ammalarsi è diventato estremamente pericoloso. Dopo mesi di bombardamenti e violenze, molti ospedali sono stati distrutti o gravemente danneggiati. Le strutture rimaste in piedi sono spesso sovraffollate, senza medici, infermieri o farmaci per aiutare tutti. Chi si ammala o rimane ferito non sa più dove andare. Alcuni cercano disperatamente aiuto, spostandosi da una clinica all’altra, nella speranza di trovare qualcuno che li possa curare, ma troppo spesso vengono rimandati indietro: non ci sono posti, non ci sono materiali, non ci sono abbastanza medici per tutti. Altri, scoraggiati, decidono di restare a casa anche se sanno che, senza cure, le possibilità di sopravvivere sono poche. A Gaza, persino una semplice infezione può diventare mortale.
La giornalista Rita Baroud racconta come, in questa situazione, la popolazione civile sia completamente abbandonata. I malati, i feriti, i bambini e gli anziani non hanno più accesso al diritto più fondamentale: quello alla salute e alla vita. Ogni giorno che passa la situazione peggiora. Senza un intervento urgente per proteggere gli ospedali, portare medicine e permettere ai malati di ricevere cure adeguate, ammalarsi a Gaza continuerà a essere, purtroppo, una condanna a morte per troppi innocenti.
