di Giannattasio Agostino e Maresca Alessia
Il diritto allo studio è uno dei diritti fondamentali di ogni persona, nonché principio sancito nel diritto internazionale dalla Dichiarazione universale dei diritti umani dell'ONU. È fondamentale, perché consente a ciascuno di creare un bagaglio culturale adeguato, trovare un lavoro stabile e soprattutto permette di sviluppare la propria personalità, ma non solo… Studiare è sia un diritto sia un dovere, che aiuta ad imparare a partecipare a dibattiti sociali e ad inserirsi all’interno di un discorso e di un gruppo sociale.
L’articolo 26 della Dichiarazione universale dei diritti umani afferma che “ogni individuo ha diritto all'istruzione. Essa deve essere gratuita almeno per quanto riguarda le classi elementari e di base.”
In Italia, inoltre, l’articolo 34 della Costituzione Italiana sancisce:
“La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso”.
In generale, questi due articoli sottolineano che tutti hanno il diritto allo studio, ma non tutte le persone nel mondo hanno l’opportunità di andare a scuola.
In alcuni Paesi come Afghanistan, Sudan, Nigeria, Siria, Yemen, Eritrea e Liberia l’istruzione è negata per vari motivi. Tra questi figurano la povertà, per le guerre, per alcuni regimi che non garantiscono a tutti questo diritto fondamentale. E' poi possibile individuare dei casi in tutto il mondo in cui gli adulti non vogliono che i loro figli vadano a scuola, ma preferiscono immetterli fin da subito nel mondo del lavoro.
Una persona che per tutta la sua vita sta combattendo per garantire un’istruzione a tutti gli individui del mondo è Malala Yousafzai. Questa donna pakistana è un’attivista e una blogger che da sempre diffonde immagini sulla situazione del suo paese. Nel 2012 è stata gravemente colpita alla testa dai talebani perché diffondeva online immagini sensibili. Dopo essersi ripresa, ha ricominciato a combattere per l’istruzione e nel 2014 ha vinto il premio Nobel per la pace. Lei, dopo aver ricevuto questa riconoscenza, si è espressa in questo modo per evidenziare l’importanza dello studio:
“Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo.” - ha dichiarato, per poi lanciare il suo appello- “Prendiamo in mano i nostri libri e le nostre penne. Sono le nostre armi più potenti”.
Le sue parole ci fanno capire quanto il diritto allo studio sia fondamentale per cambiare il mondo, per combattere la povertà e tutte le guerre e, per questo, è necessario che nessuno lo neghi.