Si è tenuto sabato 26 aprile alle ore 10, sul sagrato della basilica di San Pietro, la Messa esequiale di Papa Francesco. Si tratta del primo giorno dei Novendiali, come sottolinea in una nota la Sala Stampa della Santa Sede, nella quale si precisa che la liturgia sarà presieduta dal cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio Cardinalizio.
I funerali
E stato proprio Papa Francesco a decidere di essere sepolto «con dignità, ma come ogni cristiano», senza più l’esposizione del corpo su un catafalco, la doppia veglia, titoli magniloquenti e orpelli vari. Ha affidato il compito all’arcivescovo Diego Ravelli, maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, ha spiegato Ravelli, che sia chiaro che «le esequie del Romano Pontefice sono quelle di un pastore e discepolo di Cristo e non di un potente di questo mondo». A essere semplificato è l’intero rito, scandito da tre «stazioni».
Prima stazione
La prima è stata la constatazione della morte, «nella cappella privata della casa del Pontefice». È stato il Camerlengo a guidare il rito della constatazione della morte, il primo momento di preghiera, «Pastor noster, Papa Franciscus, cum Christo mortuus est». La salma del Papa rivestita delle vesti liturgiche rosse, con la mitra e il pallio, senza il pastorale papale, e deposta in un’unica «bara di legno e zinco» che sostituisce la tre bare tradizionali di cipresso, piombo e rovere. Accanto si posa un cero pasquale. Il Camerlengo redige l’atto di morte. Nella cappella si recitano il rosario e la liturgia delle ore, si leggono le Scritture.
Seconda stazione
Nel giorno e nell’ora stabiliti dalla congregazione dei cardinali, la bara viene trasportata in processione nella Basilica di San Pietro. La salma è esposta ai fedeli nella bara e non più su un alto cataletto. Il rito è presieduto dal Camerlengo, che dà lettura del rogito, un testo in latino che riassume vita e opere del pontefice. Il maestro delle celebrazioni stende un velo di seta bianca sul volto di Francesco e nella bara depone una borsa con le monete coniate durante il pontificato e il tubo di metallo con il rogito. I funerali si celebrano sul sagrato di San Pietro. Sulla bara, deposta davanti all’altare è posato il libro dei Vangeli.
Terza stazione
L’ultima stazione, finita la Messa esequiale, è nel luogo della sepoltura, mentre vengono intonati antifone e salmi. Poiché la bara è una sola, non c’è più il rito della deposizione e chiusura della bara di cipresso nella seconda di piombo e nella terza di rovere. Sulla bara, prima che sia deposta nel sepolcro, vengono impressi i sigilli del Camerlengo, della Prefettura della Casa pontificia e dell’Ufficio delle celebrazioni liturgiche. Il giorno dei funerali è il primo dei «Novendiali»: per nove giorni, a San Pietro, si celebrano Messe di suffragio