Sono passati 45 anni dalla scomparsa di Gianni Rodari, il più grande scrittore di favole e filastrocche del Novecento italiano. Ancora oggi, le sue parole risuonano con forza, semplicità e verità, capaci di parlare a grandi e piccoli con la stessa intensità.
Una delle sue filastrocche più celebri, condivisa in occasione dell’anniversario della sua morte, recita:
“Ci sono cose da fare ogni giorno:
lavarsi, studiare, giocare,
preparare la tavola a mezzogiorno.
Ci sono cose da fare di notte:
chiudere gli occhi, dormire,
avere sogni da sognare,
orecchie per non sentire.
Ci sono cose da non fare mai,
né di giorno né di notte,
né per mare né per terra:
per esempio la guerra.”
Gianni Rodari ci trasmette un messaggio universale: la guerra non dovrebbe mai avere posto, né nel tempo né nello spazio. E' questa una riflessione chiara e profonda, che oggi risuona con forza in un mondo ancora segnato da conflitti e violenze. Le sue poesie hanno accompagnato intere generazioni, trasmettendo valori come la libertà, la solidarietà, la curiosità e, soprattutto, la pace.
In un tempo in cui tanti bambini vivono ancora il dramma della guerra, le sue parole restano più attuali che mai: non solo poesia, ma un richiamo alla coscienza collettiva. Ricordare Gianni Rodari significa rendere omaggio a chi ha fatto della scrittura un gesto di speranza. È un atto di memoria, ma anche di impegno per costruire un mondo dove, davvero, “ci sono cose da non fare mai” e la guerra è la prima tra tutte.