Eduardo Scarpetta fu il più importante attore e autore del teatro napoletano tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento, capostipite della dinastia teatrale degli Scarpetta-De Filippo. Creò il teatro dialettale moderno, ancora oggi in uso, e si specializzò nell'adattare alla lingua napoletana moltissime pochade francesi. Vanta una carriera lunghissima di commediografo dal 1875, interrotta bruscamente dalla sua morte nel 1925, all'età di 72 anni. A pochi mesi dal centesimo anno della morte, spuntano ben sessanta commedie dimenticate di Eduardo. La fonte di tale notizia è il “Corriere del Mezzogiorno†che racconta l’opera avviata dall’Istituto del Dramma napoletano. Quest'ultimo è il centro studi per la tutela e la promozione del patrimonio teatrale campano, fondato e diretto dallo storico del teatro, Mariano d’Amora, originario di Castellammare di Stabia. I copioni originali, firmati di proprio pugno dal commediografo, erano custoditi nelle abitazioni di Maria Basile Scarpetta e Maria Vittoria Scarpetta, rispettivamente la vedova e la sorella del compianto Mario Scarpetta, figlio di Eduardo junior e pronipote dell’illustre capostipite.
Le sue commedie furono riprese molte volte e sono spesso in cartellone. Oltre al figlio Vincenzo, anche altri celebri attori napoletani, come i De Filippo, Totò ed i fratelli Aldo e Carlo Giuffré, recitarono le sue commedie brillanti. Sul grande schermo furono ricavati diversi film dai suoi lavori e ben tre versioni del suo capolavoro “Miseria e nobiltà â€.
Le sue opere toccano temi come la povertà , la nobiltà d’animo e la lotta per una vita migliore, il tutto trattato con il tipico senso dell’umorismo napoletano, che ne rappresenta la particolare capacità di affrontare le difficoltà della vita. Eduardo Scarpetta  nel trattare questi temi ha il solo scopo di far divertire gli spettatori, senza voler comunicare messaggi profondi ed esistenziali. Il teatro per lui deve offrire un momento di pausa dalle difficoltà della vita quotidianità e lo fa attraverso l’eterno contrasto tra il reale e l’irreale, tra il racconto dei problemi della vita e la soluzione miracolosa, che suscita divertimento nello spettatore. Il teatro, in questo modo, facendo ridere lo spettatore, fa dimenticare la realtà e rappresenta esso stesso una soluzione ai problemi, alle difficoltà , alle delusioni.
Il fatto che le sue opere siano ancora oggi così amate dal pubblico dimostra com’è ancora forte l’esigenza di staccarsi dalla realtà e la scoperta di queste sessanta commedie dimenticate darà al pubblico nuove occasioni per continuare a ridere e sorridere, dimenticando per un momento i drammi quotidiani. Infatti, una sana risata suscitata da una bella commedia, nonostante tutto, ci permette di dimenticare per un momento di vivere in un contesto in cui politici e uomini di potere affrontano spesso con poca serietà i problemi dei cittadini e dell’intera umanità .