Nel 2025 ricorre l’anniversario dei 150 anni dalla nascita di Elvira Notari, prima regista e sceneggiatrice italiana del cinema muto napoletano. Nata a Salerno il 10 febbraio 1875, è morta a Cava De’ Tirreni il 17 dicembre 1946. Fu scoperta alla fine degli anni Sessanta dalla critica femminista.
I suoi film erano sempre accompagnati da un’orchestra dal vivo, in modo tale che non fossero una semplice proiezione, ma diventassero un vero e proprio “live show”. Nel 2016 fu pubblicato il libro “La film (pellicola) di Elvira” di Paolo Speranza e Licio Esposito. Anche due romanzi, “La figlia del Vesuvio. La donna che ha inventato il cinema” di Emanuele Coen e “Elvira” di Flavia Amabile hanno come protagonista la Notari che creò all'inizio del XX secolo la casa di produzione “Dora film”, in omaggio a sua figlia. Con lei lavoravano il marito Nicola, che svolgeva la funzione di cameramen e manager, e il figlio Eduardo che lavorava come attore.
Dopo aver conseguito un diploma da maestra, durante la guerra in Libia Elvira avviò la regia di film di finzione. Tra le sue prime pellicole c’è “La guerra italo-turca degli scugnizzi” dove due bande di ragazzini simulano uno scontro prendendosi a sassate. Le sue opere presentano una Napoli che si nasconde tra vicoli pieni di infanticidi, femminicidi e omicidi. Suo obiettivo è quello di rappresentare una realtà ricca di cultura, ma anche di mistero e di delinquenza. Le sue opere hanno fatto il giro del mondo e forse proprio l’Italia non ha compreso il suo grande valore.