di Maria Antonietta Memoli e Maria Luisa Sciaraffa
Oggi avremmo l’incredibile opportunità di parlare con Achille, il mitico eroe dell’ Iliade, poema omerico che canta di una delle guerre più tremende dei nostri giorni: la guerra di Troia.
L'intervista ci ha permesso di far luce su lati spesso oscurati delle gesta dell'eroe, come la causa delle sue ire.
“Le uniche volte che sono stato sopraffatto dall’ira sono state quando ci sono state delle ingiustizie, ad esempio quando Agamennone mi ha tolto quello che mi spettava: Briseide, e questo ha causato il mio ritiro dalla battaglia.”
Quali conseguenze ci sono state dal tuo ritirarti dalla battaglia?
“Ha causato molte sconfitte per Troia e la morte del mio carissimo amico Patroclo.”
Com’è morto il tuo compagno?
“Patroclo, per sostituirmi in battaglia, ha indossato la mia armatura fingendosi me. All’inizio gli avversari sono cascati nel tranello, ma quando hanno scoperto che era una farsa Ettore l’ha ucciso.”
Cosa hai provato dopo la sua morte?
“La mia ira era così forte che mi ha portato a tornare in battaglia per vendicarlo, perché per me era come un fratello.”
Una rivelazione così intima, che svela un lato così umano dell'eroe omerico che però non dimentica i suoi doveri di guerriero.
L’onore è importante per te?
“Assolutamente. L’onore è la ragione per cui viviamo noi eroi, quello che ti fa essere ricordato. È più importante persino della vita.”