La nostra società si definisce “civile”: ma quali sono gli elementi che concorrono a tale determinazione, tanto da essere essenziali per distinguerla da un’altra?
La globalizzazione e i social hanno contribuito a dare una visione delle diverse civiltà che oggi vivono in tutto il mondo. Alle porte del 2025, infatti, ci sono zone dove civiltà e cultura si sono sviluppate di pari passo con progresso e libertà e altre, invece, dove la supremazia di pochi, unita all’ignoranza o ad origini culturali basate sull’oppressione, regna sovrana in un clima di terrore, paura e sottomissione. Il tema offre tante riflessioni ma, a soli due giorni dall’inizio del nuovo anno, risuonano forti le parole del consueto discorso del Presidente della Repubblica Mattarella. Si sofferma sul rispetto verso gli altri che è elemento cardine per una convivenza civile. Ed infatti, rispetto per una persona, significa prima di tutto accettarla per ciò che è, riconoscendo le sue specificità e il proprio essere. Solo da ciò nasce la libertà e l’integrazione che poi porta a riconoscere diritti e doveri che non sono solo i nostri, ma quelli di tutti. Eppure, tra i nostri giovani, si registrano spesso casi di bullismo che mostrano il rovescio della medaglia della nostra civiltà e che fanno sembrare pura utopia una società di individui che si rispettano l’un l’altro. Allora rimane ad ognuno di noi, nella veste di genitore, insegnante, educatore, fratello, compagno, amico, il compito di educare al rispetto e all’accettazione dell’altro. Infatti, solo questa può essere la strada che conduce ad una civiltà aperta all’accoglienza e al dialogo, dove la collaborazione e il confronto costruttivo tra diversità, accresce ogni persona favorendo sentimenti di umanità. Questo diventa l’ambiente del vivere civile dove rispetto significa anche comunione e dove la libertà va di pari passo con diritti e doveri.